Si tratta di un antico acquedotto attinente al convento della S.S. Trinità (XI secolo) nei dintorni di Orvieto.
Noto anche come “dei cappuccini” l’acquedotto della S.S. Trinità aveva una lunghezza di diverse centinaia di metri, di cui una buona parte sono ancora oggi percorribili con un po di attenzione ed in cui scorre ancora un’acqua limpidissima.
Lungo il percorso si notano diversi tipi di costruzione: in alcuni tratti le pareti e la volta sono stati rivestiti di pietre tenute insieme da malta, in altri tratti invece il condotto è scavato direttamente negli strati geologici ed ha la forma di un condotto ogivale di dimensioni variabili.
L’andamento del cunicolo non è rettilineo, in alcuni punti effettua delle curve dovute probabilmente alla necessità di ‘aggirare’ strati di roccia più dura e di inseguire la falda acquifera.
In diversi punti si notano dei condotti laterali secondari.
La canaletta dove scorre l’acqua si trova a circa mezzo metro di altezza da terra ed è composta da tegoloni stretti e lunghi che si infilano uno nell’altro e che a loro volta erano ricoperti da mattoni in modo da mantenere l’acqua pulita.
Inoltrandosi sempre più sotto terra si nota che ad un certo punto i tegoloni cambiano forma diventando molto più lunghi mentre l’altezza da terra del condotto diminuisce, fino a coincidere col terreno quando ci si avvicina alla sorgente.
L’acquedotto terminava nei pressi del convento, formando una fontana da cui si poteva attingere comodamente l’acqua.
Bottino molto bello e suggestivo. Frequenti in Toscana, nel Senese in particolare, i bottini raccoglievano sia le acque sorgive sia quelle per percolamento di origine meteorica e dilavante o per captazione dell’umidità dai suoli. Grazie Andrea.