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Questo grande molino ad acqua, che era ancora in funzione nei primi decenni del XX secolo, aveva una struttura piuttosto articolata.
Una lunga gora (canale) deviava l’acqua a monte, dal corso del torrente adiacente, per farla confluire in una grande vasca, da qui l’acqua veniva diretta in almeno tre condotti e vasche secondari, acquistando velocità grazie alla forte pendenza delle canalizzazioni e quindi, tramite condotti sotterranei, raggiungeva le apposite stanze dove c’erano le macine vere e proprie, almeno tre, ma probabilmente di più (tra ruote e macine) a giudicare dall’ampiezza dell’edificio che ospitava il molino.
Oggi ne rimane solo una di macina ancora visibile e in posizione e il luogo ha un aspetto cupo anche a causa della poca luce che penetra in questa valle piuttosto profonda, forte il senso di abbandono.
Certo quando era in funzione questo grande molino ad acqua doveva essere uno spettacolo da vedere, con tutti i suoi meccanismi che giravano sincronizzati ed efficienti, un bell’esempio d’ingegneria idraulica.

 

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