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Gli anziani del luogo ricordano ancora i racconti dei nonni ovvero di quando, al calar della sera, il brigante col suo manipolo di ‘compari‘ usciva dal nascondiglio e si presentava in paese pretendendo cibo, bevande e quant’altro fosse necessario.

Osservando la grotta del brigante si nota come sia ricavata in un materiale molto friabile e franoso.
Varcato il grande ingresso si aprono sulla destra un paio di ambienti più piccoli, questi risultano scavati in un tufo più compatto di quello sovrastante.
Dove è stata ricavata una grande nicchia si notano due diversi tipi di scavo, segno che la nicchia stessa fu realizzata in un secondo tempo.

Proseguendo dentro alla grotta e risalendo su del materiale di accumulo si individua un forte restringimento: è una conduttura ogivale, molto stretta e alta poco più di un metro, che prosegue sottoterra.
E’ la classica conduttura / cunicolo per il drenaggio delle acque, evidentemente in origine la grotta non esisteva ma nel corso dei secoli lo scorrere delle acque ha eroso sempre più il terreno e causato dei crolli che hanno generato il grande ambiente visibile ora.

La presenza della conduttura, però, sembra non avere nulla a che vedere con gli ambienti ipogei che si trovano più in basso e che – presumibilmente – sono stati scavati successivamente, quando nella grotta l’acqua ha smesso di scorrere.

Chissà forse fu proprio il brigante a scavare queste piccole grotte aggiuntive per ricavarsi un nascondiglio che potesse accogliere al  meglio lui e i suoi compari.

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