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Uno di quei fossi sassosi che tanto mi piacciono… acqua cristallina, cascatelle.
Ma una, di cascata, tanto piccola non era e avendola intravista dal tratto a monte decisi di vedere se era raggiungibile da sotto.
Così ipotizzai un percorso e un bel giorno passai dalla teoria alla pratica: dopo avere attraversato un campo trovai traccia di una carrareccia, forse un antico sentiero che scendeva e guadava il torrente, non più usato da tempo se non forse dai tagliaboschi. Ma non c’era molta scelta: i dirupi intorno sembravano impenetrabili, questa traccia di sentiero era la mia unica chance.

Per fortuna, anche se non agevole, la traccia era percorribile, pur se tutta invasa dalla vegetazione, così cominciai a scendere fino a un punto in cui il percorso si chiudeva, totalmente.
A quel punto provai ad andare a sinistra, aprendo il passaggio, tagliando le spine che non mancano mai, ma dopo un po capii che rischiavo di passarci tutta la giornata, così tornai  indietro e provai sulla destra, anche qui fu necessario aprire un passaggio, ma in breve, spuntai nei pressi del torrente, col percorso finalmente libero.
Qui probabilmente c’era una volta il guado (a valle di questo punto ho visto cose interessanti che spero un giorno di poter approfondire)
Risalendo, invece, un tratto di torrente bellissimo: acqua cristallina che scorre tra i sassi, cascatelle, pozze, un’ansa del torrente con pareti alte e verticali e, infine,  dopo un altro tratto scivoloso ma risalibile, con dei massi enormi – sopra di me – che sembravano voler precipitare da un momento all’altro, c’era lei: la cascata che cercavo.
Non grandissima ma veramente molto bella, elegante e rumorosa da ammirare sotto la luce tiepida di un pomeriggio invernale che precede il tramonto.

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