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Questo vecchio mulino colpisce per due motivi: la posizione e il grande arco.
Fu costruito ricavando forzatamente dello spazio tra enormi rocce calcaree e non deve essere stato un lavoro facile: laddove c’erano solo massi franati in modo caotico fu necessario spaccare le rocce e poi asportare il materiale in modo da ricavare spazio per la struttura e per le condutture di servizio.
Il grande arco fu necessario per permettere alla conduttura di scavalcare il vuoto sottostante e per portare l’acqua dentro due condotti, verticali, in modo tale che con la caduta acquistasse la forza necessaria a far girare le macine.
Ma è la fusione tra le rocce e le parti in muratura che rende incredibile questo luogo, da certe angolazioni sembra di trovarsi di fronte a una fortificazione.

Della struttura produttiva non è rimasto molto: il locale con le macine risulta crollato, quello sottostante è ancora in piedi ma non conserva elementi particolari.

Della gora, il canale che porta l’acqua al mulino, si conserva solo il tratto in prossimità dell’arco e dell’edificio, non mi è stato possibile, a causa delle tante rocce crollate dopo l’abbandono e che hanno ricoperto tutto, risalire al punto dove l’acqua del torrente veniva deviata artificialmente verso la condotta.
Nel tratto della gora visibile si nota un’apertura che serviva a deviare l’acqua, interessante notare che c’è ancora in posizione una tavoletta di legno che posizionata o rimossa permetteva, appunto, di regolare il flusso d’acqua.
Seguendo il canale, poi, si passa sopra l’arco e ci si ‘affaccia’ sui due pozzi verticali dove l’acqua precipitava acquistando forza.
Questo mulino è un luogo veramente unico, interessante e suggestivo.
Difficile stabilire una datazione, anche se la tavoletta il legno indica che l’ultimo utilizzo non deve essere stato in epoca così remota.
Alcune parti di muratura che si notano sul posto fanno pensare che quella visibile attualmente sia solo la più recente tra le strutture che furono qui costruite.

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