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Tempo fa percorrevo una stradina che dall’altopiano scende a valle ed ero incuriosito dal torrente che scorre parallelamente.
Il corso d’acqua lo senti che è lì, fa rumore, ed è ovvio che ci sia, ma se non cerchi un punto adatto, se non ti sporgi un po non lo vedi: è ben nascosto.

Arrivato a fondovalle e individuato un punto di accesso mi ripromisi di tornare e, appena possibile, proposi l’esplorazione a Marco Scataglini: una mattina di gennaio partimmo.

Il fondo di questo torrente è sempre sassoso, vulcanico, ma prima di entrare nella forra si percorre un tratto pressoché pianeggiante dove ancora la vegetazione la fa da padrona.

Poi, lungo il percorso, cominciamo a incontrare pozze e cascatelle che sono un piacere da ammirare e scavalcare ma la sorpresa sono delle piccole sorgenti ferrose che si incontrano ogni tanto e che colorano le rocce circostanti di un giallo intenso.
Quando le sorgenti sono vicino a delle pozze si crea un gioco di colori e riflessi particolare, una natura ‘morta‘ ma dorata…

Poi il torrente, incassato tra le rocce, entra nella parte più selvaggia: le pareti diventano incredibilmente alte, cosa che dall’esterno non si poteva immaginare, l’atmosfera è suggestiva e primitiva.

Quando ci troviamo in questi luoghi, con Marco, per lunghi momenti restiamo in silenzio, perché questo accompagna bene la voce della natura.

Continuiamo a risalire il corso d’acqua e, per fortuna (e mi sorprende), riusciamo ad andare avanti e a trovare sempre un modo di procedere anche quando incontriamo dei dislivelli rocciosi e scivolosi.

Alla fine ci fermiamo davanti a un salto un po più grande dove decidiamo di scattare qualche foto e mangiare, prima di ritornare.

Qui tutto è veramente lontano dalla frenesia della vita quotidiana, una giornata indimenticabile…

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