Scroll to Content

Inizialmente, vedendo dall’alto questi ruderi sul limitare del Tevere ho pensato si trattasse di qualche vecchia abitazione, abbandonata in seguito all’innalzamento del livello del fiume causato dalla costruzione di una grande diga che c’è più a valle.
Quasi fossero dei ruderi ‘fantasma‘ che si scorgono a volte si, altre volte no, a seconda di quanto è alto il livello del fiume.

Ma una volta giunto sul posto mi sono reso conto che la costruzione non è molto, o troppo vicina al fiume come pensavo, ma è proprio dentro le acque e questo anche in periodi di secca.

In seguito mettendo insieme altre informazioni è stato chiaro che si tratta del punto di attracco di una ‘barca‘.

Con il termine ‘barca‘ o ‘barcaccia‘ si indicava un punto di attraversamento del fiume effettuato tramite una sorta di zattera condotta a forza di braccia da uno o più ‘barcaroli‘.
Questo servizio era importantissimo a causa della mancanza di ponti e per l’impossibilità di guadare, specie in inverno, il fiume.

Il punto dove stabilire la ‘barca’ era solitamente scelto laddove il fiume era particolarmente stretto, lo scorrimento dell’acqua tranquillo e in presenza di solidi punti di ancoraggio.
Le barche venivano spinte e manovrate dai barcaroli grazie a dei lunghi pali che venivano infilati in acqua fino a toccare il fondo (una tecnica del tutto simile a quella usata dai gondolieri a Venezia), spesso la zattera era ancorata a una fune tesa tra le due sponde che serviva come sicurezza.

I resti in muratura che ho fotografato testimoniano il punto di attracco della barca / zattera che permettevano di salire e scendere da essa e dove veniva assicurata nei momenti in cui non era in uso. Sulla sponda opposta esiste ancora oggi una carrareccia che si collega alla strada principale.

La dimensione di queste imbarcazioni potevano raggiungere anche diversi metri in quanto, a volte, permettevano di caricare animali e carrozze, oltre ai pedoni.
Per usufruire del servizio si pagava una quota ma – per chi non avesse denaro – erano accettati, di solito, anche beni alimentari.
L’utilizzo delle ‘barche‘ è sicuramente antico, le ultime di cui si hanno notizie restarono in funzione fino gli anni ’50 del XX secolo.
Nell’area romana questo tipo d’imbarcazioni veniva definito ‘scafa‘ o ‘barca traiettizia‘.

Rispondi

error: