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La loc. “Ponte Coperto” si trova dalle parti di Ceri (Cerveteri) venne chiamata così in quanto, anticamente, il corso di un torrente fu deviato facendolo passare dentro un cunicolo artificiale e sotterraneo per poi ricongiungersi al tracciato originale, più a valle.

Ma come sempre succede in questi casi, nel corso dei millenni, l’acqua ha scavato … e quello che era uno stretto cunicolo ogivale è diventato una vera e propria galleria sotterranea in quanto il torrente trovando strati poco resistenti ha allargato il suo percorso sia in larghezza che in profondità.
Il tutto per una lunghezza stimabile tra i 150 e i 200 metri.

Tutto questo però non avviene in maniera lineare e si vengono così a creare anse, curve, salti … nel nostro caso un vero e proprio canyon sottoterra.

Ma andiamo con ordine: in una splendida giornata di primavera, spalleggiando il prode Gianni Curti ed in seguito alle entusiastiche notizie che arrivavano dagli amici Roberto Maldera e Marco Scataglini, a loro volta imbeccati dalle truppe romane capeggiate da Luigi Plos (tranquilli che presto o tardi ci arrestano tutti quanti per vagabondaggio) ci mettiamo sulla strada armati di tutto il necessario, ma con le idee poco chiare su dove andare a sbarcare.

Individuata la zona, vaghiamo in mezzo al grano alto sicuri di incontrare qualche serpe (!?) constatando che la forretta in questione è roba seria (ovvero bella) ma piuttosto ripida e profonda: per scenderci dentro bisogna trovare un punto meno ripido.

Detto fatto, una volta dentro, camminandoci, non si può rimanere incantati: il torrente scorre molto stretto e incassato nel tufo, con un percorso sinuoso che muta continuamente aspetto, ‘sguazziamo‘ nella poca acqua e con immenso piacere tra felci, muschio, liane, alberi caduti …

Dopo una doppia curva si apre davanti a noi l’imbocco che conduce il torrente sottoterra: si tratta di due gallerie, una grande e l’altra più piccola che si ricongiunge dopo pochi metri alla maggiore.

Cominciamo così a seguire il buio torrente sotterraneo, aggirando o scavalcando massi e rocce: ogni tanto l’acqua scorrendo forma qualche deliziosa cascatella.

Il tunnel in questo punto è piuttosto alto e di qualche metro di larghezza.
Dopo parecchi metri di percorrenza, grossomodo a metà della sua lunghezza è interrotto da un salto leggermente più grande, impegnativo da superare e presidiato da una numerosa colonia di pipistrelli che ancora si stanno domandando “ma questi chi cacchio sono?”.

E’ da li in poi, che si incontra la parte più bella: dopo alcuni grandi massi franati, illuminato dalle nostre torce si presenta un bellissimo canyon sotterraneo, dalle pareti strette e molto alte, sinuose, dove si evidenziano numerosi strati geologici dai mille colori.
Sotto i piedi uno strato fine di sassolini multicolori e pochi centimetri di acqua che scorre tranquillissima: stiamo percorrendo un esclusivo, magico, percorso sotterraneo. Non sembra reale.

Ci fermiamo per fare qualche foto, osservo ed ascolto lo sgocciolare dell’acqua da una parete.

Ancora più avanti c’è l’ultimo ambiente: una grande ansa, sempre sotterranea che si apre finalmente all’esterno formando un’enorme grotta da dove il torrente guadagna nuovamente la luce del sole, un capolavoro della natura!

Da qui per tornare alla macchina ci manca ancora una breve scarpinata che compiamo sotto lo sguardo attento di una capra arrampicata in un punto ‘impossibile’.

Raggiungiamo subito dopo un tratto più a Nord dello stesso torrente dove si trova un’altra galleria simile ma molto più piccola, breve e lineare, denominata “Ponte Sodo“.

Per oggi è tutto: ci riposiamo appoggiati alla macchina ammirando il paesaggio: campi e colline a perdita d’occhio, in che epoca siamo ?

One Comment

  1. foto stupende e…grazie di avermi citato, Andrea!!!

    Luigi Plos

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