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L’insediamento della Meana (o meglio Mezzana – terra di mezzo, un’altura collocata tra due fiumi) ha origini antiche, forse risalenti agli albori dell’era cristiana.
La prima menzione di cui si ha conoscenza è un riferimento del 756 che lo descrive come ‘luogo fortificato‘, mentre nel XIII sec. è incluso nel catasto del contado orvietano come “villa Meana”.
All’epoca, il borgo si presentava come un incastellamento fortificato, con abitazioni all’interno della cinta muraria, torri di avvistamento, un palazzo vescovile e una chiesa intitolata a san Nicola di cui è ancora visibile la struttura perimetrale, pur se sono andati perduti gli affreschi del ‘500 che la decoravano.
Nei secoli il borgo fu abitato sostanzialmente da famiglie allargate di agricoltori e da una comunità di religiosi che gestiva la pieve.
Nella metà del Novecento, in seguito alla scomparsa della mezzadria, il borgo e i terreni circostanti vennero inesorabilmente abbandonati.

Visitando i ruderi al giorno d’oggi non è più possibile osservare la cinta muraria della Meana, mentre rimane in piedi – come già detto – la struttura della chiesa, pur senza il tetto che risulta crollato, insieme al campanile, durante la seconda metà del ‘900.
Sono poi visibili resti delle strutture fortificate, una porta di accesso, parti di torri e ambienti posti nel settore sud del borgo.

Per una ricostruzione della storia del borgo si rimanda al volume “Il castello di Meana in val di Paglia” a cura di L. Giuliani e C. Urbani.

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