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Febbraio 2019 – Transitando per una strada di campagna la mia attenzione è stata attirata da un curioso sperone di tufo che fuoriesce dal terreno circostante.

Mi avvicino quindi e noto subito, con sorpresa, che al centro di questa formazione è stata ricavata una grande nicchia.
E’ un incavo poco profondo che occupa quasi tutta l’altezza disponibile nel banco tufaceo (1 mt circa).
La forma mi è sicuramente familiare: nicchie simili sono sempre presenti negli insediamenti rupestri della Tuscia.

Ma le sorprese non sono finite: osservando con attenzione il resto della formazione è facile notare altri segni di lavorazione artificiale: alcuni tagli verticali e diversi fori circolari, di varie dimensioni, posizionati lungo tutta la parte sommitale della sporgenza tufacea.

Dopo aver osservato per un po la cosa, mi guardo intorno per vedere se ci sia altro d’interessante.

Sulla sinistra del banco tufaceo, c’è un enorme cespuglio spinoso, guardando bene sotto di esso intravedo come una linea diritta, sembra che il tufo sia stato tagliato regolarmente come a creare uno scalino.

Questa la situazione:

Guardando ancora meglio scorgo che c’è un secondo taglio, parallelo, in questo modo si crea una sorta di ‘condotto’, un passaggio nella roccia largo abbastanza da camminarci dentro.
Questo sentierino che prosegue coperto dalle spine sembra proseguire, mi chiedo se conduca a un ambiente ipogeo (sotterraneo).

Taglio un pò di spine e cerco d’illuminare con una torcia nel buio sotto i rovi: è un groviglio incredibile e l’ombra sottostante non aiuta, non vedo granché ma l’impressione è che possa esserci proprio una grotta lì dietro.

Torno qualche giorno dopo portandomi degli attrezzi per tagliare la vegetazione.
Il primo passo è stato aprire un passaggio e saltare dentro il ‘viottolo’, da lì dentro è stato chiaro che la grotta era presente e quindi ho aperto un varco per entrarci.

Si tratta di un’unica camera sotterranea di modeste dimensioni, scavata in maniera lineare ma che non presenta nessun elemento degno di nota (nicchie, fori, ripiani …) non è quindi chiaro quale sia stato lo scopo che ha portato alla sua creazione, l’ipotesi ‘cantina‘ è certamente una possibilità.

Terminata l’ispezione interna ho dato una ripulita più estesa al vialetto d’ingresso in modo che si possa capire, tramite foto, di cosa stiamo parlando.
E’ emersa sulla sinistra del vialetto una fossetta stretta e lunga, andrebbe rimossa un po di terra per individuarne le esatte dimensioni e profondità.

Fin qui i fatti… volendo fare un po di fanta-archeologia ci si potrebbe chiedere se lo sperone tufaceo sia stato sagomato ad arte in antico per creare un monumento funerario rupestre (del resto ce ne sono tantissimi nella Tuscia), con la nicchia che poteva accogliere icone sacre o un vaso cinerario e le varie lavorazioni presenti potevano essere funzionali ai riti di culto.
Il vialetto di accesso all’ipogeo ricorda in effetti il dromos delle tombe etrusche, la grotta sarebbe stata quindi una tomba e la fossetta di lato una sepoltura secondaria?

Queste però, ripeto, sono solo ipotesi fantasiose, non suffragate al momento da prove o indizi.
Purtroppo se il manufatto fosse realmente antico, molti dettagli sarebbero stati ormai cancellati dal tempo mentre non è dato sapere se sotto il terreno ci siano altri particolari degni d’interesse.

Su un altro versante della collinetta, a poca distanza, sono presenti altre grotte (di fattura e dimensioni molto diverse da quella illustrata fin’ora) ma il materiale nel quale furono scavate è molto più friabile e sono quindi, quasi interamente, crollate su se stesse.

Dopo la pubblicazione di questo articolo cercherò maggiori informazioni, in primis contattando il locale gruppo archeologico.

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