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In antichità l’auguraculum era un monumento sacro orientato secondo i punti cardinali e consacrato.
Presso di esso si interpretava la volontà degli dèi scrutando i segni mandati nel cielo, tipicamente il volo degli uccelli.
E’ così che per raggiungere questo luogo così suggestivo e a noi sconosciuto, ci siamo incamminati, durante una tipica giornata invernale, con Marco, Roberto e Floriana.
Dopo averne individuato la posizione lo abbiamo raggiunto e la prima impressione è stata quella
di un monumento rupestre di grandi dimensioni, un po più grande di altri visti nella Tuscia.
Il podio, infatti, raggiunge quasi i 5 metri di larghezza ma la struttura era più ampia, come dimostra un prolungamento sul lato destro che delimitava, presumo, un ambiente sottostante mentre dalla parte opposta, si notano nel terreno altre lavorazioni rettangolari, forse gradini laterali.
La struttura è squadrata su tre lati e presenta una cornice alla base e la piattaforma delimitata da un basso diaframma di roccia, anch’esso con cornice.

Abbiamo parlato di auguraculum ma non è stato escluso che il monumento potesse fungere da ara sacrificale e funeraria.
Gli archeologi lo datano al I sec. dC identificandolo come luogo legato più alla religiosità etrusca che a quella romana.

Sempre in zona Marco ha notato quello che dovrebbe essere un altro esempio di questi monumenti rupestri: un grande masso che se pur molto consumato ed eroso dal tempo dimostra chiari segni di lavorazioni geometriche.
Del resto l’area è stata abitata sia in epoca romana che etrusca (e lo attestano scavi archeologici) essendo posizionata favorevolmente tra altri insediamenti conosciuti.

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