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Questo vecchio mulino ad acqua pur con molte parti crollate e in stato di abbandono presenta una particolarità interessate: molti macchinari relativi al funzionamento in particolare le macine, sono ancora in posizione, così come furono lasciati l’ultimo giorno che questo mulino funzionò.
Si notano quindi ruote dentate, snodi, manovelle, tubazioni ovvero tutte quelle infrastrutture che – opportunamente azionate – permettevano all’acqua di percorrere le condotte forzate e mettere in movimento le pale che poi trasferivano la forza alle macine vere e proprie le quali, infine, macinavano il grano.
Di mulini ne ho visitati diversi ma spesso rimane poco o nulla di quelli che erano i macchinari necessari al funzionamento, qui invece, se non fosse per la ruggine, i crolli e l’abbandono si potrebbe quasi parlare di museo della tradizione, a cielo aperto.
Il mulino era molto grande e su tre livelli: in quello interrato c’erano le canalizzazioni per le acque, al piano terra gli ambienti produttivi e presumibilmente dei magazzini, i piani alti erano adibiti ad abitazioni. La maggior parte dei vani è comunque crollata.

Subito a valle dell’edificio principale se ne incontra un secondo, più piccolo.  E’ chiaramente un altro mulino che sfruttava le acque in uscita da quello principale.
Qui non sono rimasti in situ né le macine né altri macchinari.
Nei dintorni, ormai inghiottiti dalla vegetazione, si incontrano dei tratti di muri che probabilmente facevano parte degli sbarramenti necessari a contenere e accumulare l’acqua del vicino torrente. .

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